Perchè è importante la exit strategy e come farla

Nel mondo startup, la exit strategy, o la strategia d’uscita, rappresenta un concetto chiave che viene messo in atto dallo startupper, o dall’investitore, nel momento in cui desidera uscire dall’investimento. Rappresenta quindi il modo di far fruttare il proprio investimento e generare profitto dall’attività. In questo articolo vedremo in cosa consiste la exit strategy, perchè è importante per le startup e finanziatori e come eseguirla.

Team dell'impresa pianifica la exit strategy della startup

Exit strategy: significato e definizione

L’exit strategy, il cui significato italiano sta ad indicare una “strategia d’uscita”, fa riferimento ad una strategia utilizzata in diversi ambiti, tra cui quello delle startup, che porta ad un piano di transizione, o di uscita, dall’attuale strategia ormai considerata non più desiderabile.
Possiamo quindi definire la exit strategy come una serie di azioni volte a perseguire una strategia d’uscita che ci separi dai rischi, o una situazione di stallo, per ridurre le conseguenze negative di un’azione intrapresa.
Generalmente la exit strategy rappresenta l’obiettivo finale di una startup in quanto comporta la riscossione degli investimenti fatti. Tuttavia, in base al contesto di riferimento avremo exit strategy con differenti caratteristiche e modalità d’azione come vedremo in seguito.

Cos’è la exit strategy?

Cos’è quindi la exit strategy? Se facciamo riferimento all’ambito startup possiamo affermare che la exit strategy consiste in una strategia messa in atto da un investitore o imprenditore per liquidare la propria posizione in azienda e liberare il proprio investimento una volta raggiunti gli obiettivi prefissati. Consiste quindi nella vendita delle proprie quote della startup e può essere eseguita in diverse forme: IPO, acquisizione, fallimento dell’attività e molte altre.
Di conseguenza, l’exit strategy ha sia connotazioni positive, qualora rappresenti un’operazione di vendita delle azioni possedute per avere il ritorno dell’investimento sperato, così come una connotazione negativa quando questa diventa necessaria per pianificare uno startup pivot con l’obiettivo di limitare i danni dovuti ad un’errata decisione o strategia intrapresa.

Le 5 tipologie di exit strategy

Come abbiamo visto, esistono diverse tipologie di exit strategy che variano per precise caratteristiche, adattandosi ai diversi contesti di utilizzo. Al fine di un’ottimizzazione dei risultati e dei profitti provenienti dalla exit strategy è pertanto necessario che questa venga definita fin dagli inizi dell’avvio della startup, in una delle primissime fasi del ciclo di vita dell’impresa innovativa.
Il motivo è semplice, la sua determinazione può avere un grande impatto sugli sviluppi del business aziendale e sugli investimenti che si potrebbero ricevere. Infatti, un investitore che decide di apportare capitale finanziario a sostegno della startup vuole determinare il modo in cui potrà uscire dall’investimento generando il profitto sperato. Esistono dunque diverse strade da poter percorrere quando si vuole intraprendere una strategia d’uscita che variano in base alle diverse esigenze che hanno gli imprenditori, o investitori, che vogliono liberare il proprio denaro. Queste sono:

  • Acquisition – Acquisizione;
  • Mergers and Acquisition (M&A) – Fusione ed Acquisizione;
  • Initial Public Offering (IPO) – Mercato Azionario;
  • Acquihires;
  • Fallimento e Chiusura: Exit Strategy Negativa;
  • Mantenere la Proprietà – Nessuna Exit Strategy.

Acquisition – acquisizione

La prima di queste forme di exit strategy consiste nell’acquisizione. Si tratta di una delle forme più diffuse e consiste nella vendita della startup ad un’impresa più grande, che acquisisce l’azienda per trarre da essa il maggior profitto possibile. In tal caso lo startupper, pur cedendo l’impresa innovativa, potrebbe continuare ad operare all’interno di essa.

Mergers and acquisition (M&A) – fusione ed acquisizione

La Mergers and Acquisitions è una forma di exit strategy che consiste nell’acquisizione di una startup più piccola da parte di un’azienda di più grandi dimensioni, mediante una fusione. Per mezzo di questa operazione, simile all’acquisizione, l’azienda più grande avrà la possibilità di utilizzare le conoscenze dell’impresa acquisita che, a sua volta, potrà continuare a lavorare internamente allo sviluppo di una parte di business che altrimenti sarebbe stato complicato eseguire mediante una collaborazione esterna. In questo caso l’obiettivo della strategia d’uscita consiste nell’aumentare la propria competitività sul mercato di riferimento per raggiungere gli obiettivi prefissati e stabilirne di più grandi.

Initial public offering (IPO) – mercato azionario

Anche la IPO, così come le precedenti, è tra le exit strategy più diffuse e consiste nella quotazione in borsa della startup. Con questa operazione la startup raggiunge un grado di maturità tale da poter vendere le proprie azioni a terzi ottenendo il guadagno sperato. Tramite questa operazione anche i business angel adotteranno una strategia d’uscita a favore di investitori più grandi che apporteranno il capitale necessario per permettere alla startup di crescere ulteriormente.

Acquihires

L’Acquihires, il cui nome deriva dalla fusione dei termini acquisition + hiring, ovvero acquisto e assunzione, è una tipologia di acquisizione particolare. Questa strategia d’uscita viene effettuata quando chi acquista la startup è più interessato ai talenti al suo interno che all’azienda in sé e al suo prodotto o servizio. Ciò vuol dire che l’acquirente della startup ha un forte interesse nel suo capitale umano e nelle loro conoscenze, e può disporne come crede: questo può comportare che il personale venga trasferito in un’altra azienda e che la startup acquisita scompaia completamente.

Fallimento e chiusura: exit strategy negativa

Guardando l’altra faccia della medaglia, esiste una tipologia di exit strategy “negativa”, rappresentata dal fallimento, o chiusura, dell’impresa. Questa diviene necessaria quando l’azienda non fattura abbastanza portando la startup al fallimento, o nel caso di radicali cambiamenti nel mercato, di problemi legali o di altre cause esterne che non consentono l’autosufficienza dell’impresa innovativa. Purtroppo si tratta probabilmente della strategia di uscita più diffusa in ambito startup, in quanto secondo i dati riportati da CB Insights il 90% delle startup fallisce.

Mantenere la proprietà – nessuna exit strategy

Quest’ultima non rappresenta una exit strategy in senso stretto in quanto non prevede un’effettiva uscita. Tuttavia, ci sono casi in cui, grazie ai profitti generati dalla startup, gli imprenditori o startupper decidono di ripagare gli investitori del capitale utilizzato per consentire la crescita della startup, come nel caso del bootstrapping, in modo da realizzare la loro exit. Talvolta gli imprenditori mantengono dunque le proprie quote ma affidano la gestione dell’azienda a terzi, per dedicarsi magari ad un nuovo business.

Ragazza founder della startup che mostra la exit strategy all'angel investor

Perchè è importante farla?

Per alcuni, l’idea che uno startupper deva determinare la exit strategy fin dall’inizio dell’attività d’impresa potrebbe sembrare insensata, soprattutto se si pensa alla passione e al tempo dedicato per far crescere l’impresa innovativa. Tuttavia, quando la startup diventerà autosufficiente e avrà delineato tutti gli aspetti chiave, arriverà il momento in cui si potrà ottenere il massimo ritorno economico dell’investimento. Non bisogna infatti ignorare i bisogni degli investitori che vogliono realizzare il profitto sperato grazie alla fase di exit e alla vendita dell’impresa.
Motivo per cui la strategia d’uscita deve essere determinata fin dall’inizio, evitando di arrivare impreparati al momento in cui la startup si sarà trasformata, da una piccola realtà, in un’impresa autosufficiente. Inoltre, definire una exit strategy è molto importante per fronteggiare scenari imprevedibili e poco piacevoli di cui non si può avere il controllo. Basti pensare che anche nel caso non si desideri vendere le proprie quote, la cessione potrebbe avvenire a causa di problemi personali o di salute, nel caso di recessione economica o per un’offerta tanto inaspettata quanto generosa. Anche per questa ragione, molti startupper hanno deciso di affidarsi ad esperti del settore e ad incubatori per startup, come SprintX, per ricevere l’affiancamento dei mentor nello svolgimento di importanti fasi della crescita dell’impresa innovativa.

Quando fare la exit strategy

Una delle domande che ci viene maggiormente posta consiste nell’individuare il momento migliore per avviare la exit strategy. In realtà non esiste un momento preciso in cui è consigliabile effettuare una strategia d’uscita, anche qualora si dovesse giungere sull’orlo del fallimento non è detto che questa rappresenti la migliore soluzione per l’impresa. Motivo per cui l’aver stabilito a priori il momento migliore e modalità di realizzazione dell’exit strategy rappresenta un grande vantaggio per gli imprenditori.
Non bisogna infatti dimenticare che questa non rappresenta solo una conseguenza di uno scenario negativo come il fallimento della startup, ma potrebbe rappresentare una grande opportunità per realizzare il guadagno sperato. Sia che questa avvenga per volontà propria o per una situazione di emergenza è importante che l’impresa sia preparate e proceda con la strategia precedentemente delineata per ottenere il massimo vantaggio.

Exit strategy e business plan

Sentiamo spesso associare la exit strategy alla definizione del business plan. Il motivo è semplice, la strategia d’uscita rappresenta una sezione molto importante del business plan e pertanto deve necessariamente essere inclusa nella sua realizzazione. La strategia d’uscita che permetterà all’investitore di ottenere il guadagno desiderato è un elemento di grande attenzione per il potenziale finanziatore, motivo per cui dovrà essere presente e ben definito nella realizzazione del piano di business.

Consigli su come pianificare la exit strategy

Dopo aver visto quali sono gli elementi principali dell’exit strategy e qual è l’importanza che questa riveste per gli investitori e per la startup stessa, vogliamo darvi alcuni consigli su come poter realizzare la migliore strategia d’uscita possibile. Sappiamo bene che prevedere il futuro a cui andrà incontro la startup non è semplice, dati i numerosi fattori che possono influire, e sarà quindi altrettanto difficile realizzare una exit strategy che preveda ogni scenario possibile. Tuttavia, vogliamo porre l’attenzione su alcuni elementi che potranno aiutarvi nella sua determinazione:

  • Analizzare i competitor. Il primo consiglio è quello di analizzare imprese competitor, che hanno operato in un mercato simile e che hanno già affrontato una situazione simile. Vedere come hanno condotto la loro strategia d’uscita potrebbe fornirvi preziosi suggerimenti;
  • Determinare lo scenario più auspicabile. Dovete decidere qual è lo scenario che preferireste per la vostra startup e determinare una strategia d’azione che possa permettere alla startup di arrivare alla situazione ideale per realizzare la exit strategy sperata;
  • Non dimenticarti degli investitori. Tenere in considerazione cosa vogliono gli investitori è molto importante. Sono infatti loro a finanziare il sostentamento e la crescita della tua startup e dovrai tenere in forte considerazione la loro volontà quando si andrà in cerca di nuovi finanziamenti.

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Founder che progetta la exit strategy della startup

Esempi

Moltissime aziende oggi considerate colossi nel proprio settore hanno effettuato una exit strategy in diversi momenti della propria vita. Basti citare l’esempio di Whatsapp, che è stata acquisita da Facebook con evidenti vantaggi per entrambe, come è accaduto per Instagram o Tumblr, acquisita da Yahoo!. Queste exit strategies spesso sono state funzionali per le aziende acquisite, in quanto hanno consentito loro di lavorare sul proprio progetto con risorse maggiori, cedendo semplicemente la proprietà del business ma non le attività.

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