Cos’è la exit strategy (strategia di uscita) e quando eseguirla?

Nel mondo startup, la exit strategy, o strategia d’uscita, rappresenta un concetto chiave che viene messo in atto dallo startupper o dall’investitore nel momento in cui desidera uscire dall’investimento, cedendo le proprie quote a soggetti terzi e ricevendo un capitale aumentato. Rappresenta dunque il modo di far fruttare il proprio investimento e generare profitto dall’attività. In questo articolo vedremo in dettaglio come pianificare una exit strategy, le diverse tipologie esistenti e alcuni esempi di successo. Se sei un imprenditore alle prime armi, questa guida ti aiuterà a comprendere l’importanza di questo processo e a capire come eseguire una exit nel modo corretto.

Team dell'impresa pianifica la exit strategy della startup

Exit strategy: significato e definizione

Per comprendere cos’è la exit strategy, partiamo dalla sua definizione.

L’exit strategy, termine che in italiano significa “strategia d’uscita”, è un piano, o, appunto, una strategia di uscita dalla propria startup.

Il termine viene in realtà impiegato in diversi ambiti — non solo alle startup — e fa riferimento ad un piano di transizione, o di uscita, dall’attuale strategia ormai considerata non più desiderabile, che ci separi dai rischi o una situazione di stallo e riduca le conseguenze negative di un’azione intrapresa.

Generalmente la exit strategy rappresenta l’obiettivo finale di una startup, in quanto comporta la riscossione degli investimenti fatti.

Cos’è la exit strategy?

Stabilita la definizione, vediamo cos’è nel concreto questo processo, in particolare nel contesto startup. La exit strategy è una strategia che prevede l’uscita da un’impresa e la monetizzazione degli investimenti. In ambito startup, la exit strategy viene utilizzata per massimizzare il valore dell’azienda e garantire un ritorno economico agli investitori.

La strategia di exit può dunque essere attuata da uno startupper, da un investitore o da un venture capitalist. I fondatori usciranno dunque dalla startup che hanno fondato vendendola e guadagnando sulle quote, mentre gli investitori usciranno dall’investimento guadagnando sulle quote acquistate.

La exit, inoltre, può essere sia positiva, come nel caso di una vendita dell’azienda ad un prezzo superiore al valore investito, sia negativa, come nel caso di un fallimento dell’azienda.

La exit strategy è uno dei pilastri fondamentali delle startup ed è essenziale per garantire il successo e la crescita dell’impresa: senza una exit strategy, gli imprenditori potrebbero perdere la possibilità di guadagnare profitti, e gli investitori potrebbero essere costretti a trattenere le loro risorse per un periodo di tempo troppo lungo. Nonostante ciò, è fondamentale ricordare che una startup non termina con la exit, ma passa ad una nuova fase del suo ciclo di vita.

In seguito, vedremo più in dettaglio perché la exit strategy è così importante e in quali situazioni può essere necessaria.

Perché la exit strategy è importante?

La exit strategy è un elemento fondamentale per le startup, i proprietari e gli investitori. Essa permette di massimizzare il valore dell’azienda e di monetizzare gli investimenti, garantendo un ritorno economico agli investitori e una solida base finanziaria all’azienda. Per questo è importante metterla a punto prima di addentrarsi nella ricerca di investitori per la propria startup.

Vediamo insieme i principali vantaggi di avere una exit strategy:

  • Maggiori opportunità di investimento: una exit strategy ben pianificata aumenta le possibilità di trovare nuovi investitori interessati all’azienda, in quanto dimostra la serietà e l’attenzione posta nei confronti degli investimenti.
  • Minori rischi per gli investitori: la possibilità di uscire da un’impresa rappresenta un’opzione molto importante per gli investitori, che possono così limitare i propri rischi e proteggere il proprio capitale.
  • Riduzione della pressione finanziaria: la exit strategy permette di gestire in modo più efficace la pressione finanziaria, soprattutto in caso di eventi inaspettati come una crisi economica o una riduzione del mercato.
  • Possibilità di esplorare nuove opportunità: la possibilità di uscire da un’impresa apre nuove strade e possibilità di investimento, permettendo di esplorare nuove opportunità.
  • Aumentare il valore dell’azienda: la exit strategy consente di massimizzare il valore dell’azienda, sia in caso di vendita che di quotazione in borsa.

Sono dunque diverse le ragioni per cui avere una exit strategy è importante, sia per gli investitori che per gli startupper stessi. Ma quando viene messa in atto? Vediamolo insieme.

Chi deve fare exit?

Quando è opportuno pensare ad una exit? Come abbiamo visto exit strategy non rappresenta necessariamente una operazione negativa, ma può essere anche la conseguenza di una scelta consapevole da parte degli investitori o degli imprenditori. Vediamo insieme le principali ragioni per cui può essere necessaria una exit strategy:

  • Massimizzare il valore dell’investimento: per gli investitori, una exit strategy rappresenta il modo migliore per ottenere il massimo ritorno sull’investimento, vendendo le proprie azioni o quote ad un prezzo più alto rispetto a quello di acquisto.
  • Raccogliere capitali per finanziare la crescita: una exit strategy può essere utilizzata anche come strumento per raccogliere capitali freschi, ad esempio attraverso una IPO o una acquisizione, che possono essere utilizzati per finanziare la crescita dell’azienda.
  • Risolvere problemi di liquidità: l’exit strategy può rappresentare anche una soluzione per problemi di liquidità dell’imprenditore o dei soci, permettendo di trasformare il valore della propria partecipazione in denaro contante.
  • Sfruttare opportunità di mercato: in alcuni casi, l’exit strategy può essere una scelta strategica per sfruttare le opportunità di mercato, ad esempio attraverso una acquisizione o una fusione con un’altra azienda.

Sono dunque diversi i casi in cui è necessaria una exit dall’azienda, e per questo è importante avere un piano di come eseguirla. Le possibilità sono diverse: vediamo insieme quali sono le principali tipologie di exit strategy per startup.

Ragazza founder della startup che mostra la exit strategy all'angel investor

Tipologie di exit strategy

Esistono diverse tipologie di exit strategy, ognuna delle quali si adatta a specifici scenari e obiettivi. È importante che la strategia di exit sia messa a punto ancor prima di avviare l’attività o di investire, in modo da avere una visione chiara degli obiettivi e delle modalità per raggiungerli.

Nelle sezioni successive, vedremo nel dettaglio le diverse tipologie di exit strategy, dalle acquisizioni alle quotazioni in borsa, fino al mantenimento della proprietà. Scopriremo i vantaggi e gli svantaggi di ciascuna strategia e in che situazioni è più opportuno optare per una o l’altra.

Acquisizione (Acquisition)

L’acquisizione rappresenta una delle tipologie di exit strategy più comuni. In questo caso, un’impresa o un investitore acquisisce le quote o l’intera azienda, offrendo un prezzo superiore al valore investito. Questo tipo di exit strategy può avvenire quando l’azienda ha raggiunto una certa maturità e valore, oppure quando si desidera uscire da un’impresa poco performante.

L’obiettivo dell’acquisizione è quello di massimizzare il valore dell’azienda e di garantire un ritorno economico all’investitore o all’imprenditore. Inoltre, l’acquisizione può rappresentare un’opportunità per l’acquirente di espandere il proprio mercato, aumentare la propria quota di mercato o acquisire nuove competenze e tecnologie.

Fusione ed Acquisizione (M&A Mergers & Acquisition)

La fusione ed acquisizione, o M&A (Mergers & Acquisition), rappresenta un’altra tipologia di exit strategy. In questo caso, due o più aziende si uniscono per formare una nuova entità, oppure una azienda acquisisce un’altra azienda, mantenendo la propria identità.

L’obiettivo della M&A è quello di massimizzare il valore dell’azienda e di accrescere le proprie opportunità di mercato. Questo tipo di exit strategy avviene quando si desidera acquisire nuove competenze, tecnologie o mercati, oppure quando si desidera ottenere una maggiore quota di mercato.

La fusione ed acquisizione rappresenta un’opzione interessante per le aziende che desiderano espandere il proprio business, ma è anche una operazione molto complessa che richiede un’attenta pianificazione e una valutazione accurata dei rischi e delle opportunità.

Initial Public Offering IPO (Mercato azionario)

L’Initial Public Offering, o IPO, è un’altra tipologia di exit strategy che consiste nella quotazione dell’azienda in borsa. In questo caso, l’azienda offre al pubblico le proprie azioni, diventando una società pubblica.

La quotazione in borsa può rappresentare un’opportunità per l’azienda di raccogliere nuovi capitali e di espandersi a livello internazionale. L’IPO avviene di solito quando l’azienda ha raggiunto una certa maturità e valore, oppure quando si desidera accedere a nuovi capitali. La quotazione in borsa rappresenta un’operazione molto complessa e costosa che richiede un’attenta pianificazione e una valutazione accurata dei rischi e delle opportunità.

Acquihires

L’acquihire rappresenta una tipologia di exit strategy in cui un’azienda viene acquisita non tanto per la sua attività, ma per le competenze dei suoi dipendenti.

In questo caso, l’obiettivo dell’acquisizione non è tanto quello di espandere il proprio mercato o di acquisire nuove tecnologie, quanto quello di acquisire competenze specifiche in un determinato settore. L’acquihire avviene di solito quando un’azienda desidera ampliare le proprie competenze o quando i dipendenti di un’azienda sono particolarmente qualificati in un determinato settore.

L’acquisizione dell’azienda permette quindi di acquisire direttamente le competenze dei dipendenti, senza doverli cercare singolarmente. L’acquihire è una exit strategy relativamente nuova e complessa, che richiede un’attenta valutazione dei costi e dei benefici.

Mantenimento della proprietà (Nessuna exit strategy)

Il mantenimento della proprietà rappresenta una tipologia di exit strategy in cui l’imprenditore decide di non vendere la propria azienda o le proprie quote, ma di mantenere il controllo dell’azienda. In questo caso, l’obiettivo dell’imprenditore è quello di continuare a sviluppare l’azienda e di garantirne la crescita nel lungo termine. Questa tipologia di exit strategy avviene di solito quando l’imprenditore è particolarmente legato alla propria azienda o quando ritiene che l’azienda abbia ancora un potenziale di crescita.

Il mantenimento della proprietà rappresenta quindi un’opzione interessante per gli imprenditori che desiderano continuare a gestire la propria azienda e a garantirne la crescita nel lungo termine. Tuttavia, questa scelta comporta anche dei rischi e delle sfide, in quanto l’imprenditore dovrà continuare a investire risorse e tempo nell’azienda e dovrà essere in grado di gestire eventuali difficoltà o problemi.

Fallimento (Exit strategy negativa)

Il fallimento rappresenta una exit strategy negativa, in quanto l’azienda non è stata in grado di raggiungere i propri obiettivi e deve chiudere i battenti. In questo caso, l’obiettivo dell’imprenditore è quello di liquidare l’azienda e di recuperare il maggior valore possibile dai propri investimenti. Le ragioni per il fallimento di una startup possono essere molteplici: di avviene di solito quando l’azienda ha subito perdite finanziarie consistenti, quando non è riuscita ad ottenere il successo sperato o quando è stata superata dalla concorrenza. Il fallimento rappresenta un’opzione negativa per l’imprenditore, ma può essere anche un’opportunità per imparare dagli errori commessi e per ricostruire una nuova impresa in futuro. In ogni caso, il fallimento comporta spesso conseguenze negative a livello finanziario e personale per l’imprenditore e per i suoi dipendenti.


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Founder che progetta la exit strategy della startup

Esempi di exit strategy

Ci sono molti esempi di exit strategy positiva che possono ispirare gli imprenditori a seguire un percorso simile. Tra gli esempi più noti vi sono WhatsApp, Trivago e Runtastic.

  • WhatsApp è stata acquisita da Facebook nel 2014 per un valore di 19 miliardi di dollari, rappresentando una delle acquisizioni più costose della storia.
  • Trivago è stata quotata in borsa nel 2016, raccogliendo 287 milioni di dollari.
  • Runtastic è stata acquisita da Adidas nel 2015 per un valore di 220 milioni di euro.

Questi esempi dimostrano come la scelta dell’exit strategy giusta possa portare grandi benefici per l’imprenditore e per gli investitori, ma richieda anche una pianificazione attenta e una valutazione accurata dei rischi e delle opportunità.

Come pianificare una exit strategy

Pianificare una exit strategy per una startup richiede una pianificazione attenta e una valutazione accurata dei rischi e delle opportunità.

Innanzitutto, è importante che l’imprenditore si ponga degli obiettivi chiari e realistici per l’azienda e per la propria carriera imprenditoriale. In secondo luogo, è utile guardare ad altre exit strategy di successo, per comprendere i fattori chiave che hanno portato al successo di altre startup. In questo modo, è possibile identificare le best practice e le strategie vincenti da adottare per la propria exit strategy.

Inoltre, è importante che l’imprenditore valuti attentamente le diverse opzioni di exit strategy disponibili, tenendo conto dei propri obiettivi, delle caratteristiche del mercato e della concorrenza. In questo senso, può essere utile avvalersi di consulenti esperti e di investitori per valutare le diverse opzioni e per pianificare la strategia più adatta alle proprie esigenze.

Infine, è importante che l’imprenditore si prepari con anticipo alla exit strategy, assicurandosi di avere un piano finanziario solida e di avere la giusta squadra di professionisti e consulenti per gestire la transizione in modo efficace e senza intoppi. In questo modo, l’imprenditore potrà massimizzare il valore della propria startup e garantire una transizione efficace e di successo verso la prossima fase della propria carriera imprenditoriale.

Quando fare exit?

Decidere il momento giusto per fare exit dipende da molti fattori, tra cui la fase di sviluppo dell’azienda, i suoi obiettivi, il mercato di riferimento e la concorrenza. In generale, è più opportuno fare exit quando l’azienda ha raggiunto i propri obiettivi di crescita e di profitto, quando ha consolidato la propria posizione nel mercato e quando le opportunità di crescita future sono limitate o incerte.

Inoltre, il momento giusto per fare exit dipende anche dal tipo di exit strategy che si intende adottare. Ad esempio, per una IPO è importante che l’azienda abbia una solida posizione finanziaria e un track record di successo sul mercato, mentre per una acquisizione può essere più importante avere una tecnologia innovativa o una posizione strategica sul mercato.

In ogni caso, è importante che l’imprenditore valuti attentamente i pro e i contro di ciascuna opzione di exit strategy, tenendo conto delle proprie esigenze e degli obiettivi di lungo termine dell’azienda. In questo modo, l’imprenditore potrà prendere la decisione giusta e massimizzare il valore della propria startup.

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