La metodologia lean per startup è uno dei fondamenti per ogni startupper. Scopriamolo insieme!
Se sei uno startupper non puoi non conoscere i principi del metodo lean per startup, teorizzati da Eric Ries nel suo celebre libro “The lean startup”. In questo articolo scopriamo cos’è il lean thinking, le origini di questo metodo nel lean manufacturing di Toyota, i principi cardine e perchè per una startup è così importante. Buona lettura.

Cos’è il metodo lean startup?
Il Metodo Lean applicato alle startup consiste in un insieme di metodologie volte a sviluppare progetti di business innovativi in contesti di grande incertezza, come quello delle sratup. la metodologia lean per starup prende origine dalla visione di Eric Ries sull’utilizzo delle metodologie agili per apportare piccoli cambiamenti al processo produttivo, con il fine di ottimizzare il prodotto oggetto del business, riducendo al minimo i costi superflui.
Reis riprende il concetto di lean thinking o lean manufacturing adottato da Toyota a partire dagli anni 50 immaginando una metodologia ideale per l’universo startup, volta a realizzare un business sostenibile, in grado di realizzare prodotti e servizi che incontrino le reali necessità del mercato e basato sul miglioramento continuo (continuous improvement) grazie alla raccolta di feedback, evitando sprechi di energie ed economici.
Significato e definizione di metodologia lean per startup
Per dare una definizione di metodo lean per startup dobbiamo necessariamente rifarci al libro bestseller “The Lean Startup” (in italiano “Partire leggeri. Il metodo Lean Startup: innovazione senza sprechi per nuovi business di successo”) di Eric Ries in cui l’autore spiega nettamente cos’è il metodo lean.
“Il metodo Lean Startup ha lo scopo di fornire un approccio scientifico alla gestione di una startup, creando e veicolando prodotti in grado di intercettare i reali bisogni della clientela il più velocemente possibile e senza spreco di risorse. la metodologia Lean Startup insegna allo startupper come condurre una startup e far crescere il proprio business con la massima accelerazione. È un approccio fondamentale per lo sviluppo di nuovi prodotti innovativi in contesti di grande incertezza”.
Le origini del metodo lean: il lean manufacturing
La metodologia lean per startup e imprese innovative descritta nel 2011 da Reis nel suo libro pone le basi in una metodologia ben più antica, nata negli anni 50 in Giappone. Parliamo del lean manufactoring o lean thinking adottato dall’azienda automobilistica Toyota per affrontare un periodo di grande difficolta. Era infatti da poco finita la seconda guerra mondiale e il Giappone ne era uscito sconfitto e la casa automobilistica era in grande crisi.
Tajichi Ohno, uno dei capo ingegneri di Toyota, immaginò un sistema di produzione che si allontanava dalla produzione di massa e in scala, puntando verso un approccio più “agile” e volto a una maggiore flessibilità dei macchinari e basata su produzioni di breve serie. In questa maniera la linea produttiva si rendeva più responsiva alle necessità del mercato e la produzione poteva essere modificata e riprogrammata più facilmente.
Questa intuizione di Tajichi Ohno pose le basi per il cosiddetto Metodo Toyota, o Toyota Production System, che oggi conosciamo come lean manufacturing o lean thinking e che ha sancito i successi dell’azienda giapponese portandola ad essere il colosso che oggi conosciamo.
Nel tempo il metodo Toyota è stato studiato e teorizzato nei contesti di business più importanti, portando a quello che oggi conosciamo come Metodo 5s adottato nella lean production.
Lean thinking e metodologia lean per startup
Il metodo Toyota è stato di grande insegnamento per imprenditori e startupper di tutto il mondo ed è per questo che da oltre venti anni si parla sempre più di lean thinking, o “pensiero/produzione snella” in ambito startup, ma non solo. Non c’è da stupirsi che il lean thinking sia ormai applicato in tantissimi contesti, dall’industria all’ambito sanitario.
Questo approccio “snello” è così diffuso in differenti contesti di impresa perchè estremamente utile per la gestione di un’azienda che abbia come obiettivi aumentare la propria efficenza, riducendo al minimo gli sprechi.
Il lean thinking si sposa perfettamente quindi con le necessità delle startup ed è questo il motivo per cui spesso i termini “metodo lean startup” e “lean thinking” vengono associati.

I 5 principi chiave del metodo lean startup
Se sei uno startupper e sei interessato alla metodologia lean, è importante comprendere quali sono i cinque principi fondanti di questo approccio. Come detto precedentemente, il metodo lean startup è stato teorizzato inizialmente da Eric Ries, successivamente sono stati tanti gli autori che lo hanno affinato e trattato all’interno di manuali e libri. I cinque principi chiave del metodo lean che vedremo nei paragrafi successivi sono stati individuati dagli autori Womack e Jones nel loro celebre libro dal titolo “Lean Thinking”.
- Value;
- Map;
- Flow;
- Pull;
- Perfection.
Value
Il primo dei principi chiave del metodo lean consiste nel focalizzarsi sul valore (value) percepito dai clienti target. L’esistenza di questo principio, che ha poi ispirato la definizione del UVP, parte dal presupposto secondo cui è totalmente inutile produrre e distribuire un bene che non sia di valore per il cliente finale. Ci si deve quindi concentrare su un bene che viene considerato di valore, per poi eliminare passo dopo passo tutti gli elementi superflui. Il valore viene messo al centro del metodo lean. Per definire al meglio qual è il valore prodotto dalla vostra startup vi consigliamo di utilizzare alcuni strumenti e approcci tipici della metodologia lean come value proposition canvas e problem solution fit.
Flow
Per individuare ed eliminare il tempo e le materie prime in eccesso, o sprecate, si deve effettuare una riorganizzazione del processo produttivo in modo tale da non causare l’interruzione del flusso di attività che si trova tra una fase di produzione e la successiva.
Map
Un ulteriore principio chiave del metodo lean consiste nell’individuazione del flusso di valore per il cliente e quindi effettuare una mappatura al fine di raggiungere il prima possibile l’obiettivo. Strumenti come la customer journey map possono rivelarsi molto utili in questa fase.
Pull
Il principio cardine “pull” consiste nel fare in modo che l’attività di produzione dell’impresa innovativa, così come la fornitura di materie prime, sia guidata dalla richiesta dei clienti, evitando quindi una produzione di tipo push. Anche in questo caso è fondamentale conoscere la propria utenza – o buyer personas – e le necessità specifiche. Possiamo quindi avvalerci di diversi strumenti utili a testare l’efficacia dei prodotti realizzati dalla startup come smoke test e MVP.
Perfection
Il raggiungimento della “perfezione” che in questo caso consiste nella totale eliminazione di ogni tipo di spreco è l’obiettivo finale del metodo lean ed è possibile raggiungerlo tramite un miglioramento graduale e continuo tipico della metodologia Kaizen.
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Come funziona il metodo lean startup: le 3 fasi fondamentali
Alla base del metodo lean per startup ideato da Eric Ries c’è un processo continuo che ha lo scopo di gestire interamente e sempre lo sviluppo dell’idea imprenditoriale e del prodotto/servizio realizzato. Il processo vede tre fasi fondamentali che si ripetono ciclicamente e che vengono arricchite dai feedback raccolti in ognuna di esse: learn, build e measure (impara, produci, misura).
Learn
La prima fase della metodologia lean startup consiste nella definizione di un’idea di business e del prodotto che si identifichi come la risposta ottimale ai bisogni dell’utente. Per realizzare un prodotto, o servizio, che sia realmente desiderato dai clienti sarà necessario compiere un’analisi dei bisogni degli utenti che compongono il segmento target individuato. In questo caso la creazione di un lean canvas è fondamentale per avere piena contezza di queste informazioni.
Build
Una volta individuate le caratteristiche che permetteranno di soddisfare le esigenze dei clienti si dovrà realizzare un primo prototipo del prodotto, un MVP (Minimum Viable Product). Questo consiste in una prima versione del bene finale che soddisfi le esigenze primarie dell’utente e che servirà a testare le reazioni e ottenere feedback del segmento target.
Measure
Nell’ultima fase della metodologia lean la startup è il momento di raccogliere i feedback degli utenti che avranno testato il prodotto e studiarli per individuare le migliorie necessarie affinché si raggiunga la versione migliore del prodotto in relazione ai bisogni dell’utente individuati. Purtroppo sono in molti a pensare che il processo del metodo lean si concluda con la realizzazione del minimum viable product, senza comprendere che per raggiungere l’obiettivo finale, il prodotto deve essere soggetto a miglioramenti continui e sarà possibile farlo solo misurando i progressi effettuati per individuare ciò che sta funzionando e ciò che deve essere migliorato per raggiungere la massima efficienza.
Completata questa fase si passa nuovamente alla fase di “learn” e si ricomincia il ciclo.

Quando applicare la metodologia lean e per chi è consigliata
Come abbiamo visto nei paragrafi precedenti i principi della metodologia lean nascono in ambito industriale quando Toyota innovò i propri processi di produzione adottando un approccio lean e agile. Il metodo lean startup, come dice il nome stesso, si applica invece prevalentemente in ambito startup, ossia in contesti di forte incertezza e volubilità. Una delle caratteristiche che contraddistingue le startup sono le risorse limitate.
La metodologia lean risponde perfettamente a questo tipo di esigenza permettendo di sviluppare prodotti e servizi che calzano in maniera “ossessiva” le necessità dell’utente, senza fronzoli o futilità. Strumenti cardini di questa metodologia, come l’MVP, ne sono chiari esempi.
Se sei un giovane startupper, o hai una startup avviata, non puoi non tenere in considerazione i benefici del metodo lean startup e applicarlo con metodo e insistenza nella tua impresa.
Ciò non toglie che la metodologia lean possa essere applicata anche a contesti di impresa più strutturati e altre circostanze. Sono sempre più le aziende, anche tradizionali, le amministrazioni pubbliche e altri tipi di imprese che lavorano per l’integrazione di questi principi all’interno delle proprie strutture al fine di creare modelli di produzione che siano in grado di raggiungere un maggiore fit tra prodotto e utenza evitando inutili dispendi di tempo, denaro e risorse.
Vantaggi del metodo lean startup
Portare all’interno della propria startup la metodologia lean è estremamente vantaggioso e consigliato. Vediamo allora più nel dettaglio quali sono i pro di questa metodologia.
- Essere vicini alle richieste del mercato: la metodologia lean e gli strumenti che ne fanno parte condividono l’obiettivo di prestare attenzione alle necessità dei potenziali clienti sviluppando prodotti, servizi e soluzioni che siano in grado di soddisfarli in maniera chirurgica;
- Attenzione alle evoluzioni del mercato e dei bisogni: il metodo lean startup si basa su una sistematica raccolta di feeback reiterata in tutti i cicli di vita della startup; questo permette di osservare le mutazioni del mercato sia in termini di domanda che di risposta in maniera molto precisa;
- Ridurre al minimo gli sprechi: strumenti come smoke test e minimum viable product permettono di prototipare soluzioni a basso costo composti da feature minime essenziali alla raccolta dei feedback, abbattendo costi e inutili sprechi;
- Perfezionamento continuo delle proprie soluzioni: alla base della metodologia lean troviamo il principio di continuous improvement caratteristico delle tre fasi del metodo (learn, build, measure);
- Struttura agile: una delle caratteristiche fondamentali del metodo lean startup è la capacità di creare progetti d’impresa agili e in grado di cambiare direzione molto velocemente in base alle necessità del mercato di riferimento;
- Vicinanza alle proprie nicchie di mercato: rispetto alle imprese “tradizionali” il metodo lean permette alle startup di creare strategie, azioni e processi pensati su misura sulle proprie nicchie di mercato concentrando le risorse in maniera mirata;
- Cogliere anche le “piccole” opportunità: una giovane startup non ha necessità di mirare a mercati di grandi dimensioni. Nella natura di una startup c’è la volontà di offrire soluzioni specifiche a bisogni esclusivi, che magari costituiscono mercati di piccole dimensioni, ma sicuramente profittevoli per una startup.
4 esempi virtuosi di startup che hanno adottato il metodo lean
Come sempre negli articoli del blog di SprintX, ci piace portarvi a contatto con case studies ed esempi pratici. In questo paragrafo vogliamo mostrarvi sei startup che hanno incarnato al meglio i principi della metodologia lean raggiungendo il successo.
Dropbox
Uno dei casi più virtuosi quando si pensa all’approccio lean in una startup è senza dubbio Dropbox. Quando Drew Houston, CEO di Dropbox, introdusse i principi cardine della metodologia lean all’interno del proprio giovane progetto d’impresa, riuscirono a sviluppare molto più velocemente il proprio prodotto testando quali funzionalità interessassero maggiormente i clienti. Questo permise a Dropbox di passare in poco più di un anno da centomila utenti registrati a oltre quattro milioni. Mica male, vero?!
Aardvark
Quella di Aardvark è una storia poco conosciuta, ma di grande ispirazione e di certo uno degli esempi di metodologia lean startup più interessanti da conoscere. Vi basti pensare che la crescita di questa startup e il proprio prodotto hanno portato Google ad acquisirla per 50 milioni di dollari.
Ad Aardvark, grazie allo studio e all’implementazione della metodologia lean, erano maestri della propotipazione. Aardvark, infatti, testò a lungo le proprie soluzioni mediante una serie di MVP che permisero di creare un prodotto estremamente calzante alle esigenze della propria nicchia di mercato e attento ad ogni specifica necessità di queste.
General Electric
A conferma che il metodo lean non sia un approccio esclusivo per startup e piccole imprese, vi raccontiamo brevemente come General Electric (colosso dell’automotive mondiale) abbia applicato la metodologia lean per la produzione di un motore. A fronte delle nuove normative in termini di emissioni dell’EPA tutte le aziende produttrici di motori per autovetture hanno dovuto riprogettare i propri motori. GE introducendo l’approccio lean all’interno della propria realtà riuscì nel 2015 a realizzare un nuovo motore per autovetture, conforme alle nuove normative EPA, ben due anni prima dei principali competitors e riducendo i costi del 40%.
Buffer
Il caso Buffer è uno dei più famosi esempi di medotologia lean startup. Quando joel Gascoigne, CEO di Buffer, lanciò il proprio servizio lo fece mediante un semplicissimo smoke test: una landing page contenente le informazioni sul servizio e un unico pulsane con la call to action “scopri abbonamenti e prezzi”.
Monitorando il numero di click sul pulsante, riuscì a validare l’interesse verso il servizio andando solo dopo a sviluppare il software che tutti conosciamo.
La cosa divertente è che cliccando sul pulsante in realtà non si finiva da nessuna parte!
Altri articoli sulla metodologia lean
- Lean canvas: cos’è e come compilarlo
- Minimum viable product (MVP): cos’è, come realizzarlo ed esempi
- Smoke Test: cos’è, come si effettua e perchè è così importante
- Problem solution fit: cos’è e come trovarlo
- Product market fit: cos’è e perché è importante per una startup
- Value proposition canvas: cos’è e come compilarlo con esempio