PNRR e Recovery Plan: 550 milioni per il finanziamento delle startup
Le startup e le piccole medie imprese possono presentare progetti in ottica di transizione ecologica e digitale, finanziati con le risorse del PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, parte del più ampio Recovery Plan europeo. In un periodo segnato da incertezze economiche a causa della pandemia, questi fondi rappresentano una boccata d’ossigeno, specialmente per progetti che puntano all’innovazione, alla sostenibilità e alla ripresa e resilienza, ed hanno l’obiettivo di supportare la crescita del Paese con investimenti di capitale di rischio (venture capital diretti e indiretti). In questo articolo vogliamo fornire una guida alle opportunità offerte dal PNRR per le startup e a come beneficiare di questi finanziamenti.

Recovery Plan e startup: dal PNRR i fondi per progetti innovativi
Il PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, noto anche come Recovery Plan, un documento strategico che si profila come una risposta concreta alle perdite economiche causate dalla crisi sanitaria di COVID-19, ha stanziato 550 milioni per il finanziamento delle startup che presentano progetti riguardanti la transizione ecologica e digitale. Pensato per trasformare l’Italia in un paese più verde, digitale e resiliente, il PNRR è finanziato in larga parte dal programma Next Generation EU, inserendosi così nel più ampio contesto del Recovery Fund europeo. La visione è chiara: sostenere la crescita dell’Italia post-pandemica attraverso investimenti mirati, stimolare una crescita dell’economia a lungo termine con misure che promuovano la digitalizzazione e l’innovazione, la transizione ecologica e l’inclusione sociale.
Il piano si articola in sei missioni principali, che spaziano da energia rinnovabile a mobilità sostenibile, da efficienza energetica a intelligenza artificiale, fintech e blockchain. Ecco dove le startup entrano in gioco: queste missioni rappresentano un terreno fertile per progetti innovativi, pronti a contribuire alla ripresa economica e a cogliere le sfide future.
In termini più concreti, parliamo di 550 milioni di euro per le startup, erogati attraverso due principali fondi di venture capital: il “Green Transition Fund” con una dotazione di 250 milioni e il “Digital Transition Fund” con 300 milioni, inclusi nell’ambito degli interventi PNRR “Supporto di startup e venture capital attivi nella transizione ecologica” e “Finanziamento di startup”. Gestiti dalla società CDP Venture Capital S.p.A. per conto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, questi fondi sono specificamente riservati per progetti e startup che spiccano nel panorama della transizione ecologica e digitale. E sì, è un tipo di finanziamento diverso dai precedenti: il denaro investito diventa parte del capitale della tua startup, valutando attentamente le probabilità di successo del tuo progetto.
Con questa mole di risorse e opportunità, il Recovery Plan startup rappresenta senza dubbio una chance imperdibile per dare vita ai tuoi progetti più ambiziosi. Vediamo nello specifico in cosa consistono questi fondi, a chi sono rivolti e come beneficiarne.
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Il piano del PNRR per il finanziamento delle Startup
All’interno del documento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), un’attenzione particolare è dedicata all’ecosistema delle startup, ma per molti imprenditori ed aspiranti tali è difficile orientarsi nelle sue parti, individuare le misure dedicate alle startup e progetti innovativi e comprendere le condizioni da rispettare per essere ammessi. Secondo dati forniti dall’Osservatorio Startup Intelligence del Politecnico di Milano, le missioni del PNRR che risultano più rilevanti per le startup italiane riguardano soprattutto “Digitalizzazione e innovazione” e “Istruzione e Ricerca”.
Come abbiamo visto, il PNRR è strutturato su sei missioni principali che abbracciano diversi ambiti, dalla digitalizzazione alla transizione ecologica, dall’inclusione sociale alla salute. Ogni missione ha un insieme di componenti e linee di intervento, e per essere ammessi, i progetti devono essere in linea con queste missioni e soddisfare condizioni ben precise, tra cui coerenza con gli obiettivi del PNRR, impatto positivo sul Pil, e collegamenti espliciti tra riforme e politiche di sviluppo.
Per quanto riguarda il finanziamento diretto e indiretto delle startup, il PNRR elenca diversi punti specifici:
- M1C1, Investimento 1.1: Strategia digitale e piattaforme per il patrimonio culturale: Questo punto mira a coinvolgere startup innovative nella creazione di nuovi contenuti e servizi digitali per il patrimonio culturale.
- Migrazione al CloudM1C2, Investimento 1.2: Abilitazione e facilitazione migrazione al cloud per le PA (Pubbliche Amministrazioni) locali per le Pubbliche Amministrazioni: Un programma di supporto per favorire lo sviluppo di startup nel settore del cloud computing, particolarmente focalizzate su soluzioni per la pubblica amministrazione.
- M2C2, Investimento 5.4: Supporto a start-up e venture capital attivi nella transizione ecologica: Con l’istituzione del “Green Transition Fund”, il PNRR mira a finanziare startup e programmi di accelerazione che favoriscono soluzioni sostenibili.
- M4C2, Investimento 1.4: Potenziamento strutture di ricerca e creazione di “campioni nazionali di R&S” su alcune Key Enabling Technologies: Centri di ricerca nazionali selezionati avranno l’obiettivo di sostenere startup e spin-off, creando un ponte tra il mondo accademico e quello imprenditoriale.
- M4C2, Investimento 1.5: Creazione e rafforzamento di “ecosistemi dell’innovazione per la sostenibilità”, costruendo “leader territoriali di R&S: Il PNRR finanzierà “campioni territoriali di R&S” che avranno anche l’obiettivo di supportare le startup nel settore della sostenibilità.
- M4C2, Investimento 3.2: Finanziamento di startup: Le risorse del Fondo Nazionale per l’Innovazione verranno utilizzate per supportare fino a 250 PMI innovative e startup.
- M5C1, Investimento 1.2: Creazione di imprese femminili: Un Fondo specifico, denominato “Fondo Impresa Donna”, verrà istituito per sostenere l’imprenditoria femminile.
Queste misure fanno parte di un quadro più ampio che vede l’Italia impegnata nella creazione di un ecosistema favorevole all’innovazione e alla crescita sostenibile. Vediamo nello specifico in cosa consistono i finanziamenti e come accedervi.
Green Transition Fund: A Chi Si Rivolge e Cosa Finanzia
Il Green Transition Fund (GTF) compreso nell’ambito dell’investimento 5.4 “Supporto a start-up e venture capital attivi nella transizione ecologica” è un pilastro fondamentale del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per stimolare l’innovazione nel settore della transizione ecologica. Gestito da CDP Venture Capital SGR S.p.A., il fondo è dotato di una risorsa finanziaria di 250 milioni di euro e ha l’obiettivo di catalizzare ulteriori investimenti privati nel settore delle tecnologie verdi.
La strategia di investimento del GTF è varia e si rivolge a una gamma di settori, tra cui energie rinnovabili, economia circolare, mobilità sostenibile, efficienza energetica e gestione avanzata dei rifiuti. Inoltre, il fondo pone un accento particolare sullo stoccaggio di energia, una componente chiave per un futuro più verde e sostenibile.
Per quanto riguarda la distribuzione geografica, almeno il 40% delle risorse saranno allocate a progetti nelle Regioni del Mezzogiorno, tra cui Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
Gli investimenti del Green Transition Fund si suddividono in due categorie: diretti e indiretti. Per gli investimenti diretti, il “ticket di investimento” varia tra 1 milione e 15 milioni di euro, mentre per gli investimenti indiretti, esso varia tra 5 milioni e 20 milioni di euro. Questo permette una certa flessibilità nel sostenere una varietà di imprese, dalle startup innovative alle PMI con progetti ecologici già in corso.
Una caratteristica distintiva del GTF è il suo impegno verso la sostenibilità, come evidenziato dal “Principio di non arrecare un danno significativo” (Do no significant harm). Ciò significa che il fondo esclude categoricamente il finanziamento di imprese impegnate in settori come l’estrazione di combustibili fossili o la gestione di rifiuti pericolosi.
In sintesi, il Green Transition Fund è un veicolo di investimento strategico che non solo favorisce la transizione ecologica, ma anche catalizza lo sviluppo economico e sociale, con un occhio di riguardo verso le aree geografiche più svantaggiate dell’Italia.

Digital Transition Fund: A Chi Si Rivolge e Cosa Finanzia
Il Digital Transition Fund compreso nell’ambito dell’investimento 3.2: Finanziamento di startup, è un’iniziativa finanziaria che fa parte dell’ampio sforzo del governo italiano per modernizzare e digitalizzare l’economia nazionale. Con una dotazione finanziaria di 300 milioni di euro, il fondo è gestito da CDP Venture Capital SGR S.p.A. e mira a promuovere la transizione digitale nelle piccole e medie imprese (PMI).
L’obiettivo chiave è quello di sostenere almeno 250 imprese entro il 30 giugno 2025. Il focus è posto su settori emergenti e ad alta crescita come intelligenza artificiale, cloud computing, assistenza sanitaria digitale, industria 4.0, cybersicurezza, fintech e blockchain. Questo si traduce in investimenti diretti e indiretti di capitale di rischio, offrendo alle imprese i mezzi finanziari per sviluppare progetti innovativi con un alto grado di scalabilità.
Come nel caso del Green Transition Fund, una quota significativa del finanziamento, almeno il 40%, è destinata alle PMI situate nelle Regioni del Mezzogiorno. Questa decisione rafforza l’impegno del governo a garantire un’equa distribuzione delle risorse e a promuovere la crescita economica in queste regioni.
I criteri per l’accesso ai finanziamenti sono rigorosi e in linea con principi sostenibili. Ad esempio, il fondo segue il “Principio di non arrecare un danno significativo”, escludendo anche in questo caso il finanziamento a imprese che operano in settori come i combustibili fossili o la produzione di rifiuti dannosi a lungo termine per l’ambiente. Per assicurare trasparenza e responsabilità, l’accordo tra il Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE) e CDP Venture Capital SGR S.p.A. stabilisce una governance chiara e indicatori chiave di performance (KPI) che guidano gli investimenti. Le imprese interessate a accedere al finanziamento possono trovare tutte le informazioni necessarie, comprese le modalità di presentazione, sul sito ufficiale del MiSE.
PNRR e Startup Innovative
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) dell’Italia pone una forte enfasi sullo sviluppo dell’innovazione e delle startup innovative, in particolare attraverso la Missione 4 dedicata all’Istruzione e Ricerca, con un budget di 30,88 miliardi di euro. Una delle componenti più significative di questa Missione è “Dalla Ricerca all’Impresa”, dotata di 11,44 miliardi di euro, che si concentra sull’integrazione tra mondo accademico e imprenditoriale per creare un ecosistema di innovazione sostenibile.
Un elemento chiave è l’Investimento 1.4, con un fondo di 1,6 miliardi di euro, destinato al potenziamento delle strutture di ricerca e alla creazione di “campioni nazionali di R&S”. L’idea è di istituire centri di ricerca nazionali in collaborazione con università, centri di ricerca e imprese. Questi centri avranno un modello “hub and spoke”, con funzioni amministrative centralizzate e attività di ricerca parzialmente decentralizzate. Saranno focalizzati su varie tematiche come big data, quantum computing, fintech e altre, e avranno il compito di sostenere startup innovative e la generazione di spin-off.
Un altro investimento cruciale è l’Investimento 1.5, che stanzia 1,3 miliardi di euro per la creazione di “ecosistemi dell’innovazione per la sostenibilità”. Questi ecosistemi saranno composti da università, centri di ricerca, società e istituzioni locali e avranno l’obiettivo di ridurre il gap tra le competenze richieste dalle imprese e quelle fornite dal mondo accademico. La loro attività sarà inoltre orientata alla promozione di progetti di sostenibilità sociale e al supporto delle startup.
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PNRR e Startup al Femminile
Nel contesto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), la Missione 5 “Inclusione e Coesione”, dotata di 19,85 miliardi di euro, pone una specifica attenzione alle politiche di genere. All’interno della Componente 1 “Politiche per il Lavoro”, con un investimento di 6,66 miliardi, si inserisce l’Investimento 1.2 “Creazione di imprese femminili”. Questo particolare investimento, dotato di 400 milioni di euro, mira a aumentare la partecipazione delle donne nel mercato del lavoro e nel mondo delle startup innovative.
Una delle iniziative salienti in ottica di finanziamenti per startup al femminile è la creazione del Fondo Impresa Donna, che si propone di rafforzare finanziariamente l’ecosistema imprenditoriale femminile. Questo Fondo amplificherà misure esistenti Smart&Start, entrambe già finalizzate al supporto di PMI e startup, ma che verranno ulteriormente calibrate per dedicare risorse specifiche all’imprenditoria al femminile.
L’Investimento 1.2 non si limita solo al finanziamento. Si prevede anche di sostenere la realizzazione di progetti aziendali innovativi, di operare in modo che l’offerta di servizi e sostegni venga calibrata secondo le specifiche necessità delle donne, come la conciliazione tra vita e lavoro, e di promuovere un ambiente culturale più favorevole. Le azioni di comunicazione saranno mirate, soprattutto presso scuole e università, per valorizzare l’imprenditorialità femminile e creare un clima emulativo.
Quindi, se da un lato la componente “Dalla Ricerca all’Impresa” si focalizza sull’innovazione in generale, questo specifico investimento della Missione 5 mira a garantire che le donne non solo partecipino attivamente al mercato del lavoro, ma lo facciano anche in ruoli di leadership e innovazione all’interno delle startup.

PNRR e Startup: ancora molto da fare
Nonostante le ambizioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), esiste un divario informativo che ostacola il suo impatto positivo sulle startup italiane. Secondo un sondaggio condotto dall’Osservatorio Startup Intelligence, meno della metà delle startup italiane è a conoscenza delle specifiche misure previste dal PNRR per supportarle. Questa situazione solleva due questioni preoccupanti.
Primo, vi è un gap informativo: le startup, che dovrebbero essere al centro di qualsiasi strategia di crescita e innovazione, trovano difficoltà a navigare nel labirinto di informazioni per identificare quelle misure che possono effettivamente beneficiare la loro attività. Questa lacuna informativa suggerisce la necessità di migliorare la comunicazione e la trasparenza da parte delle istituzioni.
Secondo, il mancato riconoscimento di queste misure da parte delle startup potrebbe anche riflettere il fatto che il PNRR non offre abbastanza per questo settore cruciale. Il documento del PNRR è un tomo considerevole, eppure solo una piccola frazione è dedicata specificamente alle startup. Questo non solo limita le opportunità per queste imprese emergenti ma solleva anche interrogativi sulla pertinenza delle misure esistenti.
Inoltre, un aspetto spesso trascurato ma cruciale è la sostenibilità del debito pubblico italiano. I fondi del PNRR sono, in effetti, prestiti che aumentano ulteriormente l’ingente debito pubblico dell’Italia, che nel 2020 era già al 158% del PIL. La sostenibilità di questo debito dipenderà in gran parte dalle future politiche della Banca Centrale Europea e del sistema euro, che attualmente acquistano una quota significativa del debito italiano.
Se il PNRR vuole essere veramente efficace nel sostenere l’ecosistema startup, c’è ancora molto da fare in termini di comunicazione, trasparenza, e messa a punto di misure più incisive e sostenibili.
Come Accedere ai Fondi del PNRR
Se sei un imprenditore o una startup in Italia e stai cercando di capire come accedere ai fondi del PNRR, il processo è abbastanza lineare ma richiede attenzione ai dettagli. Innanzitutto, la tua domanda, che deve essere accompagnata da una descrizione dettagliata del progetto che intendi realizzare, dovrà essere inviata a CDP Venture Capital attraverso una Posta Elettronica Certificata (PEC).
Per avere una comprensione completa delle specifiche e dei requisiti, è fondamentale consultare i bandi ufficiali pubblicati da CDP Venture Capital. Questi bandi forniscono tutte le informazioni necessarie e sono focalizzati su diversi settori chiave. Ad esempio, ci sono bandi specifici per startup e venture capital attivi nella transizione ecologica, così come per quelle nel campo della transizione digitale. I dettagli possono essere trovati direttamente sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico, sotto le sezioni dedicate ai vari progetti del PNRR.
Avere un progetto ben definito e in linea con i temi prioritari del PNRR può aumentare notevolmente le tue possibilità di ottenere finanziamenti. Quindi, prima di inoltrare la tua domanda, assicurati di avere tutte le informazioni necessarie e di conformarti scrupolosamente ai requisiti elencati nei bandi.
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