Spazio alle Startup

Vegery: il primo servizio di Veg Food Delivery

11 Settembre 2023

Altro giro, altra startup! 

A prendere parte questa volta al nostro format è Vegery, il primo “Veg Food Delivery” in grado di facilitare la reperibilità di piatti vegetariani e vegani, consegnandoli a domicilio (a casa o in ufficio).


Ma facciamoci raccontare tutto da uno dei suoi founder, Simone De Maria

Qui di seguito trovi l’intervista completa realizzata per “Spazio alle Startup”, una rubrica pensata per dare spazio al racconto e alla presentazione della propria idea di business. 

Ed iniziamo subito con un Pitch, in cui mi presenti la vostra startup: Vegery.

«Vegery è il primo veg food delivery in Italia, anzi in Europa che raggruppa soltanto i piatti vegani e vegetariani dei ristoranti in un’unica app, facilitando la reperibilità e consegna a domicilio dei prodotti. 
Per rendere l’idea scalabile, raggruppiamo anche i ristoranti onnivori, però soltanto i loro piatti a base vegetale.»

Come si è ampliata la vostra startup in termini di team?

«In realtà questa è stata una delle sfide più grandi. 

Inizialmente sono partito da solo, ma sin da subito mi sono reso conto che la cosa più importante che dovevo fare era circondarmi di persone che credevano in un obiettivo comune.
Avevo già maturato la consapevolezza che da solo non potevo andare da nessuna parte. 

Noi siamo stati forse la prima o una delle prime startup a fare il percorso di incubazione con SprintX e Ubaldo è stata la prima persona che ho conosciuto, ma mai mi sarei immaginato che poi si sarebbe unito al team.
Semplicemente è successo che ho preso parte al percorso di incubazione e Diego, il CEO di SprintX e di The Hub Bari, ha seguito tutte le sessioni con i vari mentor che ci erano stati affidati.
Poi alla fine del percorso, chiacchierando ci siamo ritrovati in un’idea comune. Da cosa è nata cosa e adesso è una delle colonne portanti, è il nostro Advisor, è stato il nostro primo Advisor di fiducia.
Invece Ubaldo paradossalmente è entrato in un secondo momento, anche lui come Advisor. 
Adesso è il terzo co-fondatore di Vegery.»

Quali sono i vostri obiettivi futuri? A cosa aspirate?

«Il mio sogno è quello di riuscire ad essere l’unica piattaforma utilizzabile quando si pensa a questo tipo di etica.
Essere un punto di riferimento per chiunque, insomma.»

Durante tutto il percorso, partendo proprio dall’idea fino poi all’arrivo sul mercato, c’è stato un momento, o anche più di uno, in cui avete dovuto fare Pivot, quindi un cambio di rotta?

«Si, all’inizio ci fu un’idea embrionale basata sulla possibilità di ordinare del cibo in pre-ordine, entro la mezzanotte, per l’indomani oppure per i giorni a seguire, mai per il giorno stesso. 
Poi da lì abbiamo fatto un primo Pivot verso un food delivery sano e poi ne è seguito un altro. Questo perché andando ad affiliare alcuni ristoranti vegani di Milano mi è stato detto “Ma cosa intendi per cibo sano?! Se nella tua piattaforma pensi di affiliare e proporre una semplice insalatina con il pollo, io non mi unisco a te”.
Da lì abbiamo capito che (per il cibo veg) c’era mercato, anzi c’era proprio un vuoto e quindi un’occasione, e per questo abbiamo fatto Pivot. E adesso siamo l’attuale Vegery!»

Cambiare rotta è parte del percorso, no?! 

«Si esatto, bisogna capire che non si tratta di una fase confusionale, anzi è una fase utile.
Lo startupper sperimenta, giorno dopo giorno, e quando decide di cambiare direzione e fare Pivot è perché magari ha già validato la sua idea, quindi sperimentato e capito ciò che può o meno funzionare per la propria idea di business.»

Qual è la cosa che ogni giorno ti fa svegliare con la voglia di lavorare a Vegery? Cos’è che ti motiva?

«Sicuramente la famiglia. 
Se c’è una cosa che mi motiva davvero è raggiungere il risultato tanto ambito per poterlo condividere con le persone a cui voglio bene

Che bello!

Se potessi essere un personaggio immaginario, quale saresti? Quale ti rispecchierebbe di più?

«Sarei uno di quei supereroi che brancola nel buio e porta luce alle persone che si trovano dietro di se.»

Che consiglio daresti ad un ragazzo giovane che sta appena iniziando questo percorso nel mondo startup?

«Sicuramente di essere resiliente, di non arrendersi mai e di capire fin da subito che senza una squadra, senza un minimo di collaboratori, non si arriva da nessuna parte.»

(Domande Bonus)

Una parola con cui descriveresti SprintX o il suo team di lavoro?

Competente.

Una parola per descrivere il coordinatore che vi ha seguiti durante il percorso di crescita e sviluppo della vostra startup?

Professionale.

E invece una parola con cui descriveresti te stesso, come startupper? 

Mi definirei perseverante e resiliente. 
Inoltre, mi sento di confidarti che subisco sbalzi d’umore, anche più volte al giorno, e che mi rendo conto che vado tanto veloce. Molte volte i miei pensieri vanno più veloci delle mie parole e per questo magari posso sembrare confusionale, ma non lo sono!
(Ride)


Ringraziamo ancora Simone per la disponibilità, per essersi raccontato e per gli ottimi spunti che ci ha dato!

Al prossimo appuntamento con “Spazio alle Startup”!

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